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07/Giu/2017

Il distacco di retina è una patologia di cui di seguito esamineremo le problematiche

Il distacco di retina interessa ogni anno decine di migliaia di italiani comportando spesso una prognosi severa che può degenerare fino alla cecità.

Di solito perché questa patologia si verivichi  è necessario che vi siano situazioni predisponenti che portano alla rottura della retina; fra le degenerazioni più pericolose abbiamo quelle “a bava di lumaca”, “a graticciata”, “white without pressure” (bianco senza pressione); e altre in cui si nota dispersione di pigmento (degenerazioni pigmentarie), queste assottigliano la retina che alla fine si rompe, con una rottura “a foro” o “a ferro di cavallo”. In ogni caso è sempre presente un distacco del vitreo.

Rottura retinica con aspetto falciforme in una zona di retina degenerata; ciò, come si vede dall’immagine, ha già comportato un sollevamento della retina stessa

Dalle rotture entra il vitreo fluidificato che scolla la retina dalla sottostante coroide. Questo scollamento può essere limitato o arrivare a livelli massivi come si verifica nelle rotture giganti della retina.

Grado di gravità

La gravità del distacco di retina è fortemente condizionata dall’interessamento della retina centrale (macula) perché si può arrivare, in casi fortunati, a macule non interessate, con rotture che rimangono sulla media periferia; più comune è un edema che può essere di forme e gravità diverse, fino ad un interessamento, nei casi più gravi, di tutta la regione maculare che si solleva per edemi che spesso hanno un aspetto policistico (edema maculare cistoide).

Altra complicanza sono le emorragie vitreali spesso così intense da impedire la percezione del fondo oculare. Risulta quindi evidente diagnosticare la presenza di degenerazioni regmatocene (che possono prtare a rottura); in questi casi si può eseguire con Argon laser; un intervento atto a costruire una sorta di barriera fra la porsione di retina danneggiata e quella sana (barrage laser).

Foro retinico maculare. L’OCT eseguito un anno prima aveva mostrato la presenza di una membrana epiretinica.

Nella mia pratica personale ho avuto rotture retiniche con opercolo ed iniziale distacco trattate con barrage che al momento hanno resistito per oltre 25 anni.

Sintomi

Il paziente colpito da iniziale distacco di retina può anche non avvertire sintomi di allarme. Più spesso il paziente si accorge di “visioni di lampi” (fotopsie) “mosche volanti” e, quando il distacco è già evoluto, può notare una sorta di “tenda” sul lato opposto dove è avvenuto il distacco.

Facciamo un esempio: se si stacca la retina superiore il paziente noterà una macchia scura in basso; se invece la parte interessata è la retina temporale, il distacco comporterà la visione di una tenda scura verso il naso.

Diagnosi

La dignosi di questa patologia viene effettuata tramite esame del fundus con lenti speciali che permettono con la pupilla dilatata di osservare la retina in tutti i sui settori. E’ anche possibile esaminare accuratamente la retina stessa con oftalmoscopia indiretta. Utili possono risultare l’ecografia e l’esame OCT soprattutto per valutare lo stato maculare.

Terapia

Se la rottura che porta al distacco è dei tipi sopra citati, senza trazioni o distacchi giganti, si interviene con una tecnica ab-esterno. Determinando con oftalmoscopia indiretta la sede della rottura o delle rotture; facendo fuoriuscire con un miscotaglio sulla sclera, il liquido sottoretinico; ciò osservando come alla fuoriscita del liquido la retina si riappiani.

In seguito si effettua un cerchiaggio con piombaggio; delle spugne di silicone vengono suturate sulla sclera per spingere verso l’interno dell’occhio in modo da favorire il riattaccamento della retina distaccata.

foro retinico che nella seconda figura a dx è stato trattato con Argon laser verde su più file

Di solito questa pratica, in particolare il cerchiaggio, che consiste nell’avvolgere per 360° con un materiale di silicone, la retina interessata al distacco; questa tecnica comporta una ovalizzazione dell’occhio e quindi un aumento della miopia.

Se il distacco è grande, con molti fori, con trazioni come spesso si osserva nelle retinopatie diabetiche proliferanti, o nelle lesioni causate da corpi estranei penetrati nell’occhio; si esegue la vitrectomia con cui si rimuove il vitreo, si saldano le rotture con endo-laser (laser introdotto in camera vitrea), si rimuovono le trazioni della retina (peeling); in conclusione si immette nella cavità vitreale dell’oliodi silicone; dapprima “pesante”, per stabilizzare il riappianamento retinico, e dopo 3/4 mesi “leggero” dopo la rimozione del precedente. Naturalmente anche questo verrà rimosso dopo alcuni mesi e sostituito con vitreo artificiale.

Tutto quanto descritto, serve a far comprendere al paziente che quando si utilizzano tecniche di vitrectomia il decorso è molto lungo e si può arrivare a 6 mesi e oltre; sempre che non si verifichino complicanze (ridistacco, o nuove trazioni).

 


24/Mag/2017

Il morbo di Coats è un patologia idiopatica che colpisce bambini specie tra i 6 e gli 8 anni; si manifesta con grave riduzione visiva spesso repentina.

Il morbo di Coats è una retinopatia (malattia rara) che comporta la formazione di teleangectasie (dilatazioni capillari) con formazione di essudati intra e sottosetinici.

Si manifesta in maniera improvvisa nei bambini nella fascia di età tra 6 e 8 anni con grave riduzione del visus di solito monolaterale a causa di un aumento di permeabilità delle cellule endoteliali che comporta una essudazione che in alcuni casi può essere così imponente da portare ad un distacco di retina essudativo.

La causa è sconosciuta anche se si presuppongono delle basi genetiche.

Nelle fasi avanzate del Coats il bambino può manifestare dolore oculare per un glaucoma ad angolo chiuso, In alcuni casi può essere presente leucocoria (pupilla bianca).

Diagnosi

La diagnosi del morbo di Coats viene effettuata tramite oftalmoscopia indiretta, fluorangiografia, ecografia, OCT, risonanza magnetica nucleare oculare.

Nell’immagine sono evidenti essudati biancastri di aspetto circinnato (a cerchio) che coinvolgono la macula e la regione sotto maculare.

Nelle immagini riferite alla sindrome di Leber-Coats si possono osservare, a partire da sinistra; ampio essudato coinvolgente la retina centrale. Essudati con aspetto a ferro di cavallo con teleangectasie. Infine angectasie della retina periferica.

Terapia

A seconda della gravità della patologia e della capacità a formulare diagnosi in tempi più o meno precoci, è possibile utilizzare diversi presidi;  il laser, la crioterapia, la chirurgia per riaccollare la retina distaccata fino alla vitrectomia per la rimozione del vitreo.

Anche le iniezioni intravitreali di farmaci anti VEGF possono linitare l’essudazione ed, in fase pre- operatoria, sono in grado di ridurre il sanguinamento, l’essudazione oltre a bloccare fanomeni neovascolari che potrebbero l’intervento più complesso per la comparsa di emorragie.

 


18/Mag/2017

Patologia della che colpisce solitamente i nati prematuri conosciuta anche come fibroplasia retrolentale

Questo tipo di retinopatia colpisce frequentemente i bambini nati pre termine (prematuri) con basso peso alla nascita (sotto i 1300 gr) che vengono messi in incubatrice per mesi.

L’incidenza cambia da paese a paese ed oscilla dal 36% in Svezia fino al 13% dell’Italia.

La patologia è provocata dalla formazione di neo-vasi sulla retina periferica per la prematurità del bambino e per l’ossigeno-terapia a cui i nati prematuri sono sottoposti alla nascita.

Nella figura si evidenzia una retinopatia dei nati prematuri. si possono osservare le angectasie. Alcune neovascolarizzazioni e l’aspetto turgido della retina che appare “gonfia” di liquidi sottoretinici

 

 

Sintomi

Spesso i bambini hanno un riflesso bianco della pupilla (leucocoria) che si osserva però solo nei casi gravi.

Sulla  retina si formano trazioni retiniche che possono portare a distacco della stessa.

 

La foto evidenzia leucocoria occhio sinistro, si osserva infatti riflesso biancastro

Diagnosi

La diagnosi viene effettuata dallo specialista tramite esame del fondo oculare con il bambino in anestesia e diliatato utilizzando l’oftalmoscopio indiretto o delle lenti speciali associate al microscopio operatorio per valutare lo stato retinico prima del trattamento chirurgico.

Terapia

La patologia è trattata con criotrattamento di vasi nel caso di una notevole estensione del processo di neovascolarizzazione della retina periferica dovuta a retinopatia dei prematuri.

Il trattamento di elezione consiste comunque nel bloccare ischemie e neovascolarizzazioni con l’endo-laser.

Nei casi più gravi in cui si formano membrane neovascolari che tirano la retina, si esegue la vitrectomia.



Dr. Carmine Ciccarini

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