La neuropatia ottica ischemica
Neuropatia ottica ischemica è determinata da un difetto ischemico del nervo ottico; esistono fattori organici ed ambientali che ne determinano la predisposizione
La neuropatia ottica ischemica (NOI) sia nella forma di Arterite di Horton che nella forma comune una grave otticopatia che può portare alla cecità se non si interviene immediatamente, spesso in poche ore.
La causa è determinata da un difetto ischemico del nervo ottico in entrambe le forme.
La perdita della vista può riguardare anche entrambi gli occhi seppure a volte con una latenza di giorni o mesi.
La perdita della vista è spesso assoluta ma ci sono casi con un residuo visivo di circa un ventesimo.
A volte il primo segno può essere anche una perdita del campo visivo superiore o inferiore (EMIANOPSIE ALTITUDINALI). In definitiva la NOI è un infarto del nervo ottico; fattori predisponenti possono essere: diabete, ipertensione, fumo, obesità, il colesterolo e una vita sedentaria.
l’immagine mostra un nervo ottico interessato da neuropatia ischemica; si osserva un margine sfumato dello stesso con una piccola emorragia nella porzione inferiore del nervo[/caption]
Nella forma di ARTERITE DI HORTON a volte si ha un dolore sulla tempia in corrispondenza del decorso della arteria temporale. Se si sospetta una forma simile va fatto l’esame istologico di un pezzo di arteria prelevata con un piccolo taglio chirurgico. In ogni caso saranno elevate la VES e la PCR.
Terapia
Oggi la terapia è molto migliorata rispetto a qualche anno fa dove si assisteva, spesso impotenti , a questa forma drammatica.
Oggi con l’uso di cortisononici per via orale nella forma comune o in bolo per l’arterite di Horton, associato all’uso di Levodopa che migliora secondo recenti studi americani del 30% il visus, si assiste ad un miglioramento significativo della prognosi.
La levodopa va prescritta come SINEMET 3 volte al giorno per 3 settimane. Personalmente associo anche le calciparine a basso peso molecolare e ad alti dosaggi (se il paziente pesa 80 chili prescrivo Clexane 16000 UI per sette giorni controllando PT e PTT). Con una simile terapia sono stati riscontrati miglioramenti sostanziali fino ad alcuni decimi di miglioramento del visus. Tutto dipende dalla tempestività con cui la patologia viene segnalata e diagnosticata; minore è il tempo intercorso dall’evento e dalla visita oculistica con successiva diagnosi e maggiore sarà la possibilità di recupero delle capacità visive.
2 comments
Pingback: Neurite ottica | Carmine Ciccarini
Pingback: Atrofia ottica: nuove prospettive terapeutiche | Carmine Ciccarini
Comments are closed.