Attendere prego...



Blog

Pubblicazioni

22/Nov/2024

L’apparato visivo e quello uditivo sono estremamente interconnessi, anche per quanto concerne delle rare patologie infiammatorie di origine autoimmune come la Sindrome di Cogan

La Sindrome di Cogan è una malattia infiammatoria autoimmune rara, se ne conoscono circa 300 casi, caratterizzata da cheratite interstiziale (infiammazione cronica, non ulcerativa degli strati intermedi della cornea che è talvolta associata a uveite; i sintomi comprendono fotofobia, dolore, lacrimazione e offuscamento della vista) e disfunzioni audio-vestibolari a carico dell’orecchio interno.

CAUSA AUTOIMMUNE

La patologia colpisce prevalentemente i giovani adulti, in letteratura si riporta che l’80% dei pazienti ha un’età compresa fra 14 e 47 anni, anche se non si conosce molto a questo proposito, si ritiene che la sua causa sia prevalentemente autoimmune.  Gli autoanticorpi diretti contro gli antigeni dell’orecchio interno e le strutture della cornea, noti come i peptidi Cogan, di solito sono presenti, anche se non possono essere considerati l 100% come bio-marcatori sierologici specifici per la sindrome; l’antigene scatenante è comunque riconosciuto in una risposta autoimmune comune alla cornea e all’orecchio interno.

 

SINTOMATOLOGIA

I sintomi di presentazione coinvolgono il sistema oculare, il sistema vestibolo-uditivo, o entrambi. Dopo circa 5 mesi, la maggior parte dei pazienti presenta sintomi sia oculari che audio-vestibolari.

Sintomi sistemici aspecifici comprendono febbre, cefalea, dolore articolare e mialgia.

Il coinvolgimento oculare è di natura prevalentemente infiammatoria e comprende una combinazione tra una Cheratite interstiziale spesso bilaterale, o altri tipi di cheratite stromale corneale, e altre forme di infiammazione orbitale (episclerite o sclerite, uveite, papillite, vitreite, coroidite).

I sintomi oculari comprendono irritazione, dolore, fotofobia e riduzione della vista. L’esame oculare mostra un infiltrato corneale stromale irregolare tipico appunto della cheratite interstiziale, arrossamento oculare, edema del nervo ottico, proptosi, o una combinazione di questi sintomi.

I sintomi vestibolo-uditivi possono comprendere ipoacusia neurosensoriale, acufeni, vertigine e/o una sensazione di pienezza o pressione.

Da un punto di vista vascolare può presentarsi un’aortite significativa con un soffio cardiaco diastolico, ed anche un difetto di deambulazione dovuto ad una patologia circolatoria a carico degli arti inferiori causato da una vasculite infiammatoria.

 

 

DIAGNOSI

La diagnosi si basa su una valutazione congiunta da parte di un oftalmologo e di un otorinolaringoiatra.

Il quadro clinico parte dall’esclusione di altre cause di cheratite stromale (sifilide, malattia di Lyme, infezione dal virus di Epstein-Barr), prosegue quindi con adeguati test sierologici.

Nei pazienti con sindrome di Cogan, sono stati riscontrati anticorpi contro gli antigeni dell’orecchio interno, anticorpi anti-Hsp70 (associati a perdita dell’udito neurosensoriale) e anticorpi citoplasmatici anti-neutrofili (associati alla vasculite).

La TC e la RM forniscono un aiuto diagnostico e possono essere normali o mostrare labirintite, infiammazione o calcificazione dei canali semicircolari, del vestibolo o della coclea.

 

TRATTAMENTO

Si tratta di una patologia poco studiata, a causa soprattutto della sua bassa incidenza, ma difficile da curare soprattutto a per la sua sintomatologia; la sindrome risponde di solito al trattamento Iniziale con corticosteroidi topici e, talvolta, sistemici per il coinvolgimento oculare.

La malattia non trattata può portare a cicatrici corneali e perdita visiva. Con il trattamento, anche il rischio di ipoacusia permanente si riduce a circa il 50%.

In associazione ai corticosteroidi si può fare ricorso agli integratori con proprietà immunostimolanti, utili in tutte le malattie a carattere autoimmune. Questi prodotti naturali, come l’integratore di AHCC, hanno il vantaggio di stimolare una parte del sistema immunitario, l’immunità aspecifica, che protegge l’organismo ma non incide sulla patologia in sé, possono quindi migliorare sensibilmente la risposta dell’organismo alla terapia farmacologica e la qualità di vita del paziente affetto dalla sindrome.

 


01/Ago/2017

L’esoftalmo tiroideo si definisce anche oftalmopatia di Graves

L’esoftalmo è causato dal morbo di Graves-Basedow, malattia autoimmune con formazione di anticorpi che colpiscono il recettore dell’ormone TSH (tireo stimolante).

Le persone affette da questa patologia a seconda delle casistiche, variabili dal 30 fino al 70%, mostrano esoftalmo (occhi sporgenti) che possono essere bilatetali ma anche monolaterali.

Si noti l’esoftalmo (occhio sporgente accompagnato a retrazione del muscolo elevatore della palpebra superiore

Di solito l’esoftalmo si presenta nella fase di regressione dell’ipertiroidismo. Questa condizione comporta disturbi per la difficoltà a chiudere gli occhi; specie di notte, esponendo la cornea a una cheratite da secchezza oculare. L’eccesso di grasso retro-orbitale può anche causare una compressione del nervo ottico; fino a casi estremamente gravi che possono condurre all’atrofia ottica.

L’immagine di profilo mostra in maniera netta la protusione del bulbo oculare

Terapia

Solitamente per la cura dell’esoftalmo si usano cortisonici per via generale; ma è possibile, per evitare gli effetti collaterali sistemici, usarli per via retro-orbitaria o peri-bulbare.

Se si propende per questa soluzione, il paziente deve essere avvertito che per alcuni giorni l’occhio può essere più sporgente, prima che si abbia un miglioramento; per mia esperienza questo può essere importante con riduzione anche fino a 2/3 mm dell’esoftalmo valutato con il metodo della esoftalmometria.

Attualmente in Inghilterra pare riscuotere successo l’uso di TEPROTUMUMAB, anticorpo monoclonale usato anche nei tumori mammari, nel linfoma di Hodgkin, e nei sarcomi.

Dalle ultime ricerche dopo 6 settimane di trattamento con questo farmaco per via endovenosa; il 40/50% dei pazienti ha mostrato una forte riduzione dell’esoftalmo.

Le due immagini riferite alla stessa persona mostrano (nella foto inferiore) il netto miglioramento della patologia dopo il trattamento

Nei casi più gravi bisogna però ricorrere alla chirurgia orbitaria per rimuovere il grasso retro-orbitario, anche se questa terapia chirurgica ha rischio di complicanze piuttosto gravi.



Dr. Carmine Ciccarini

STUDIO DI PERUGIA:
Centro Diagnostico Laser Via M. Magnini 18
Tel. 075 5007094 – Tel. 339 2248541

STUDIO DI CHIUSI (In provincia di Siena):
Piazza XXVI Giugno 1944 N.4
Piano secondo
Tel. 339 2248541

P. Iva : 02169660541
carmineciccarini@gmail.com

Privacy Policy - Cookie Policy

Pagine Sì Spa

Carmine Ciccarini – MioDottore.it