Sindrome dell’occhio secco
Con sindrome dell’ occhio secco è una patologia caratterizzata da una riduzione qualitativa e quantitativa delle lacrime
La sindrome dell’occhio secco è molto diffusa nelle donne in gravidanza ed in alcune patologie autoimmuni.
Sintomi
I sintomi comunemente riferiti sono senso di bruciore, sensazione di corpo estraneo, difficoltà all’apertura delle palpebre specie al mattino, fotofobia. Talvolta però alcuni pazienti si lamentano di una lacrimazione abbondante dovuta ad una cheratite sequenziale all’ipolacrimia,
Diagnosi
Il test di Schirmer valuta la produzione lacrimale e consente in questi pazienti di notare una scarsa lacrimazione
Il B.U.T. (Break Up Time) valuta la stabilità e quindi la rottura del film lacrimale, si mostra fortemente alterato nei pazienti affetti da occhio secco, passando dal normale tempo di 15/20 sec. prima della rottura a valori molto più bassi.
La colorazione con rosa Bengala e fluoresceina mostrano accumuli di cellule corneali sofferenti indice di una scarsa lubrificazione dell’occhio, in particolare della cornea.
Clinica
Nei casi più esasperati di secchezza oculare si deve pensare alla sindrome di Sjögren associata solitamente ad immunopatie; l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la psoriasi ed altre malattie del sistema immunitario. Tuttavia si vedono casi senza nessuna patologia autoimmune con cornea che a causa della sindrome si sfaldano in filamenti (Cheratite filamentosa) causando forti dolori al paziente per irritazione del trigemino causate dalle ulcere corneali.
Le donne oltre i 50 anni sono colpite tra l’8 e il 10% ed il rapporto maschi/femmine 9:1. Oggi si pensa che la causa principale della sindrome dell’occhio secco sia la disfunzione delle ghiandole di Meibomio che producono la parte grassa del film lacrimale. Altri fattori possono essere rappresentati dall’assunzione di farmaci anti-ipertensivi, anti-depressivi ed anti-istaminici. Anche l’uso prolungato di colliri cortisonici porta alla secchezza oculare.
Un fattore da non trascurare è che i portatori da lungo tempo di lenti a contatto specie morbide possono sviluppare, dopo un’infezione, una secchezza oculare probabilmente perché i batteri in questione, specie lo pseudomonas, possono attaccare per via ascendente (risalendo dall’occhio al dotto lacrimale fino alla ghiandola) la ghiandola lacrimale.
Trattamento
La sindrome dell’occhio secco va trattata in maniera assolutamente personalizzata da caso a caso.
I sostituti lacrimali sono molto differenti e lo specialista deve scegliere quello più adatto al caso in questione. Attualmente funzionano particolarmente bene i colliri lacrimali in gel.
Attualmente anzichè mettere nei canali lacrimali un plug cioè una sorta di tappo in silicone per il canale lacrimale, si tende a ripristinare la funzione secretiva delle ghiandole lacrimali; con una pressione leggera ed una sufficiente quantità di calore. Ciò hal’effetto di sciolgliere le secrezioni ghiandolari per creare una lacrima più grassa e quindi protettiva verso la cornea. Il dispositivo in questione, creato da una collega francese, si chiama Lipi-flow e si applica sull’occhio per 12 minuti; in mancanza di questo si può utilizzare una tovaglietta in spugna di cotone imbevuta di acqua tiepida (30/35°); appoggiandola sulle palpebre massaggiando con i polpastrelli in modo da rendere più fluida la secrezione.
I ogni caso sarebbe opportuno utilizzare anche antibiotici (azitromicina) in collirio o minociclina compresse da usare per 3gg 3 volte al mese; questi farmaci oltre ad avere un’azione antibatterica che agisce sulle citochine (sostanze infiammatorie) presenti nelle ghiandole lacrimali, stimolano le stesse a produrre una maggior secrezione.
Alcuni colleghi utilizzano anche la luce pulsata per il trattamento dell’occhio secco; ciò allo scopo di tipristinare una giusta secrezione delle ghiandole di Meibomio in quanto l’impulso luminoso freddo stimola la ghiandola stessa.