Intervento di cataratta
La cataratta è l’opacamento del cristallino, la lente naturale dell’occhio, e comporta una diminuzione della vista; può svilupparsi lentamente, specie in età senile, o insorgere rapidamente dopo traumi oculari, processi infiammatori (iridociclite) o per uso di farmaci (cortisonici o antitumorali)
La cataratta è un processo che comporta la perdita di trasparenza del cristallino. Può insorgere non solo in età adulta, ma anche in età giovanile fino a potersi presentare come cataratta congenita; quest’ultima è solitamente secondaria a rosolia contratta dalla madre nelle fasi precoci della gravidanza.
In questo ultimo caso per evitare l’insorgenza di una profondissima ambliopia (occhio pigro) l’oculista deve intervenire prontamente nei primi mesi di età.
Nei casi più comuni, che insorgono in età adulta, il paziente si lamenta di una progressiva riduzione del visus e della comparsa di aloni osservando le luci durante la notte.
La cataratta giovanile invece compare il età più precoce; solitamente tra 30 e 40 anni, ed è legata a problemi metabolici come il diabete mellito oppure secondaria a forme di uveite o glaucoma.
Intervento
Oggi in tutto il mondo si adotta la facoemulsificazione; l’intervento viene effettuato in anestesia locale utilizzando collirio anestetico. In certi casi però può essere necessaria un’anestesia peribulbare specie nei pazienti non collaboranti o affetti da demenza.
L’intervento, a dispetto di quello che molti pensano, è assai più complesso perché, dopo aver praticato un’apertura di soli 2/2.5mm, bisogna con tecnica di capsuloressi aprire circolarmente la capsula anteriore del cristallino. A questo punto la cataratta viene frantumata con una sonda ad ultrasuoni (facoemulsificatore).
Naturalmente ci si può trovare di fronte a cataratte morbide o cataratte particolarmente dure; in questo secondo caso il chirurgo deve utilizzare ultrasuoni più potenti per rompere il nucleo della cataratta stessa.
Altre difficoltà possono insorgere in soggetti, specie miopi, che hanno un cristallino non stabile. Esso può tendere a lussarsi; in questi casi il chirurgo esperto utilizzando acido ialuronico, deve usare particolare cautela nell’uso dello strumento cercando di non traumatizzare con gli ultrasuoni la capsula del cristallino che altrimeti potrebbe cadere il camera vitrea.
Il cristallino impiantato, dopo la pulizia della cataratta, si inietta mediante siringa precostituita; il suo potere che tiene conto dell’occhio del paziente e di suoi eventuali difetti refrattivi, viene calcolato prima dell’intervento.
Le suture di ingresso (solitamente 2; una per il facoemulsificatore e una per uno strumento che aiuta nella frantumazione e mobilizzazione del cristallino), si chiudono senza punti ma per imbibizione con soluzione fisiologica.
Guarda l’esecuzione di un intervento di cataratta – dott. Carmine Ciccarini