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12/Lug/2017

Il foro maculare è una rottura che si determina nella parte centrale della retina (macula) e che coinvolge solitamente la zona più nobile chiamata fovea.

La condizione di foro maculare è spesso associata a pucker maculare; in molti casi questo è la causa determinante della rottura. Il paziente si lamenta di un abbassamento del visus causato da una piccola macchia che impedisce di vedere i particolari e può anche vedere delle immagini deformate.

L’unico farmaco efficace per il foro maculare è lo Yetrea (ocriplasmina) o l’intervento di vitrectomia.

L’OCT è l’esame determinante per valutare la presenza e la grandezza del foro e, in caso di membrama epiretinica, per stabilire il grado di aderenza retinica oltre allo spessore della membrana stessa.

La dose di ocriplasmina è di 0,1 ml di soluzione diluita pari a 0.125 mg; questo farmaco si usa una sola volta ed in un solo occhio anche se può determinare men 35/40% dei casi buoni risultati.

L’iniezione intra-vitreale deve essere effettuata da un oculista esperto; nelle stesse condizioni di asetticità richieste per l’utilizzo di tutti i farmaci somministrati per via intravitreale.

In figura l’esame OCT evidenzia foro maculare allo stadio avanzato

foro maculare retinico

Complicanze

Le complicanze sono le stesse per le procedure di iniezione di farmaci per via intravitreale; infiammazioni, endoftalmiti, aumento della pressione intra oculare con a volte cecità transitoria e cefalea frontale.

La vitrectomia presuppone l’asportazione della membrana epiretinica con complicanze anche gravi;  in caso di successo, valutabile secondo la mia esperienza intorno al 50%, si ha però recupero della vista da qualche decimo fino a 5/6 decimi.


16/Giu/2017

Il pucker maculare o membrana epiretinica o maculopatia a cellophane è una patologia che provoca distorsione delle immagini, riduzione visiva e può determinare la comparsa di foro retinico maculare per effetti di trazione.

Il pucker maculare è molto spesso associato alla degenerazione maculare senile sia nella forma secca che umida. Attualmente la miglior terapia per il dissolvimento del packer (membrana epiretinica) è l’ocriplasmina (commercialmente conosciuta come JETREA) principio attivo simile alla plasmina umana che è un enzima presente nell’occhio capace di rompere le proteine che farebbero aderire il vitreo alla retina.

Efficacia

L’efficacia di questo farmaco sembra documentata specialmente da studi anglosassoni; essi dimostrano che nel 40.6% dei casi si avrebbe una chiusura del fro maculare purchè questo non superi il diametro di 400 micron.

Per effettuare il trattamento si esegue un’inezione intravitreale a 3,5/4 mm dal limbus evitando il meridiano orizzontale; cercando di immettere il farmaco inclinando l’ago verso il polo posteriore. La dose da utilizzare è di 0.125 mg di principio attivo anche se la confezione in vendita contiene 0,5mg/0.2 ml che pertanto saranno diluiti con soluzione sterile di fisiologica in dose opportuna.

E’ consigliabile prima dell’intervento prescrivere acetazolamide la sera precedente al tramento e la mattina almeno 3h prima del trattamento; ciò punta ad evitere problemi di ipertensione endo-oculare. Se è necessario si può ricorrere a paracentesi. (procedura che consiste nell’eseguire un microtaglio della cornea al limbus per permette una evaquazione verso l’esterno di umor acqueo che abbassa la pressione oculare).

Dopo  il trattamento l’oculista prescrive antibiotici per via generale e topica e controllare la pressione oculare con colliri idonei. Il farmaco agisce dopo settimane; dopo un mese la membrana viene lisata (“mangiata”) e i risultati positivi che si ottengono possono contribuire a migliorare il visus di un paio di decimi oltre a prevenire ulteriori trazioni maculari che porterebbero ad un calo progressivo della vista.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati che si possono osservare dopo l’utilizzo di jetrea per la cura del pucker sono; comparsa di mosche volanti, dolenzia oculare e comparsa di lampi di luce (fotopsie) per fluidificazione del vitreo.

Talvolta, come in tutte le iniezioni intravitreali può manifestarsi un’endoftalmite (infiammazione del vitreo) di natura batterica o infiammatoria dovuta alla sostanza iniettata. Altro effetto collaterale è costituito da emorragia retinica o vitreale o lacerazione retinica; ciò è frequente in tutte le iniezioni intravitreali.

In rari casi si può avere una riduzione visiva; ciò fino ad una cecità transitoria reversibile solitamente in qualche giorno o al massimo un paio di settimane.



Dr. Carmine Ciccarini

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