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16/Apr/2024

La neurite ottica retrobulbare: una patologia infiammatoria che colpisce il nervo ottico

La neurite ottica retrobulbare è una patologia che colpisce il nervo ottico consiste nell’infiammazione della parte posteriore del nervo ottico e può essere causata da differenti fattori: patologie infettive, traumi all’occhio, alterazioni arteriosclerotiche delle arterie celebrali anteriori, intossicazioni.

In linea di principio si tratta di un’infiammazione semplice del nervo ottico. I sintomi sono di solito monolaterali, con dolore oculare e parziale o completa perdita della vista. La diagnosi è principalmente clinica. La terapia è diretta alla malattia di base; la maggior parte dei casi si risolve spontaneamente. La neurite ottica retrobulbare è particolarmente diffusa tra gli adulti dai 20 ai 40 anni. La maggior parte dei casi deriva da una patologia demielinizzante, in particolare dalla sclerosi multipla, nella quale possono verificarsi recidive e della quale a volte la neurite ottica rappresenta il sintomo iniziale. Altre cause possono essere:

  • Neuromielite ottica; patologia demielinizzante che colpisce principalmente l’apparato visivo prima del sistema nervoso centrale
  • Malattia associata agli anticorpi MOG; condizione neuro-infiammatoria che causa preferenzialmente infiammazione nel nervo ottico
  • Malattie infettive (p. es., encefalite virale in particolare nei bambini, sinusite, meningite, tubercolosi, sifilide, HIV)
  • Metastasi neoplastiche lungo le fibre del nervo ottico
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Sostanze chimiche e farmaci come il piombo. Il metanolo, il chinino, l’arsenico, l’etambutolo e gli antibiotici causano neuropatie ottiche piuttosto che una vera neurite ottica. Gli inibitori del TNF-alfa e gli inibitori dei checkpoint immunitari possono causare neurite ottica.

Le cause rare comprendono l’anemia perniciosa e le malattie autoimmuni sistemiche. Spesso però la causa rimane non nota o comunque non completamente dimostrabile e riconducibile ed un processo specifico anche nonostante un’approfondita valutazione.

SINTOMATOLOGIA E DIGNOSI

Il sintomo principale della neurite ottica è la perdita della vista, frequentemente massimale entro vari giorni, che va da un piccolo scotoma centrale o paracentrale alla completa cecità. La maggior parte dei pazienti ha dolore oculare lieve che spesso si intensifica con il movimento degli occhi.

I risultati più caratteristici comprendono ridotta acuità visiva, deficit del campo visivo, disturbi della visione a colori (spesso sproporzionati rispetto alla perdita di acuità visiva). Il test della visione dei colori è un utile complemento, pur producendo risultati falsi positivi.

I due terzi dei pazienti l’infiammazione ha luogo in regione retrobulbare, senza provocare alterazioni visibili sulla testa del nervo ottico. Nei restanti casi sono presenti disco iperemico, edema nel disco o intorno allo stesso, stasi vascolare o una combinazione di questi. Possono essere presenti alcuni essudati ed emorragie in prossimità o in corrispondenza del disco ottico, anche se ciò si riscontra più raramente.

La diagnosi deriva soprattutto da un’attenta valutazione clinica: sospettare una neurite ottica nei soggetti che presentano caratteristico dolore associato a perdita della vista, soprattutto se questi sono giovani è fondamentale.

Una RM encefalica e delle orbite, può evidenziare un nervo ottico ingrandito, con l’assunzione di contrasto. La RM può anche aiutare a diagnosticare la sclerosi multipla, la MOGAD e la neuromielite ottica. Di solito si verifica un enhancement più esteso del nervo ottico nella neuromielite ottica e nella myelin oligodendrocyte glycoprotein antibody-associated disease (MOGAD). La RM encefalo, studiata nelle sequenze, può mostrare le tipiche lesioni demielinizzanti in una sede periventricolare se la neurite ottica è correlata alla sclerosi multiple Gli anticorpi della neuromielite ottica e MOG nel siero devono essere controllati per qualsiasi neurite ottica grave o atipica.

TERAPIA E RECUPERO

La maggior parte degli episodi di neurite ottica tipica migliora spontaneamente con un significativo recupero della vista in 2-3 mesi. Il tasso di recidiva tra i pazienti con neurite ottica è variabile e dipende dall’eziologia. I pazienti con una malattia di base, come la neuromielite ottica o MOGAD, hanno tassi più elevati di recidiva nello stesso occhio o nell’altro occhio, e il recupero della vista può essere peggiore, soprattutto per il nuovo tumore. La RM è utilizzata per determinare il rischio futuro di malattia demielinizzante, in particolare la sclerosi multipla.

Il trattamento con corticosteroidi prima per via endovenosa e poi, successivamente per via sistemica, e un’opzione, soprattutto se si sospettano sclerosi multipla o neuromielite ottica. Questi farmaci possono accelerare la guarigione.

Se la perdita della vista è grave e non inizia a risolversi dopo la somministrazione di corticosteroidi, talvolta si può ricorrere alla plasmaferesi. Se la neurite ottica retrobulbare è correlata a sclerosi multipla, neuromielite ottica, malattia associata agli anticorpi anti-glicoproteina oligodendrocitica mielinica o a un’infezione, è necessario trattare anche la patologia sottostante per sperare di avere un risultato che migliori il visus del paziente colpito.


18/Mag/2017

La neurite ottica si presenta come processo infiammatorio del nervo ottico

I processi infiammatori (neurite ottica) possono coinvolgere la testa del nervo (papillite), il tratto retro-bulbare (neurite retrobulbare) fino a estendersi alle vie ottiche posteriori (neurite posteriore).

Cause

La naurite ottica può essere causata da diversi fattori come: ischemie, demielinizzazione, infezioni.

Le cause ischemiche rientrano nel capitolo della neuropatia ottica ischemica spesso le neuriti retrobulbari sono la forma di esordio di forme demielinizzanti come la sclerosi multipla; una particolare forma di neurite ottica retrobulbare si può associare alla arterite di Horton.

Anche nell’infiammazione dei seni frontali, specie in quelli che coinvolgono l‘etmoide e lo sfenoide si possono avere infiammazioni del nervo ottico. Le vie ottiche posteriori possono invece interessate da neoplasie celebrali, ischemie ascessi celebrali che coinvolgono la prosecuzione posteriore dei nervi ottici.

Anche sostanze tossiche possono comportare danni dei nervi ottici, a tal proposito ricordiamo le neuropatie da metanolo utilizzato negli anni ottanta per la sofisticazione dei vini, l’alcol e il fumo.

 

nell’immagine si osserva come i margini del nervo ottico siano rigonfi anzichè essere piatti e margini netti. Ciò è sintomo della papillite ottica.

 

Sintomi

Il paziente la menta una notevole riduzione visiva che può arrivare fino alla cecità, in altri casi si hanno riduzioni a settore del campo visivo.

Diagnosi

Potenziali Evocati Visivi – esame elettro-fisiologico semplice e rapido che permette di valutare l’attività elettrica delle vie ottiche

Campo Visivo – che mostra presenza di aree di non-visione specie centrali (scotomi), restringimenti o deficit a settore.

Risonanza Magnetica Nucleare

Terapia

Nelle forme aggressive si utilizza il metilprednisolone per endovena nei primi 1/3 giorni. Il prednisone a dosaggi iniziali di 1mg/kg/die viene utilizzato per settimane scalando il dosaggio del 10/20% ogni settimana. Naturalmente è buona regola utilizzare gastroprotettori.

Nelle neuriti ottiche retrobulbari alcune scuole associano 1/2 cicli di iniezioni retrobulbari di farmeci cortico-steroidei

Nelle neuropatie ottiche ischemiche è buona regola prescrivere calciparine a basso peso molecolare a dosaggi di 1mg/kg/die.



Dr. Carmine Ciccarini

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