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22/Giu/2017

I difetti refrattivi possono oggi essere corretti grazie a tecniche mini-invasive di microchirurgia oculare

Nella microchirurgia oculare per la correzione dei difetti visivi si utilizzano laser ad eccimeri e fempto-laser.

Tecniche

EYE-LASIK

Questa metodica consente di correggere tutti i difetti refrattivi dalla miopia all’ipermetropia compreso l’astigmatismo in tutte le sue forme. Con questa tecnica di michirurgia si crea una sportellino corneale (flap) utilizzando un laser a fempto-secondi che seziona la cornea perfettamente con minore traumatismo del microcheratomo (il tagliente utilizzato nella tecnica Lasik per creare il flap);  la luce utilizzata è nel campo dell’ultravioletto ed è una luce fredda.

Una volta createsi il lenticolo corneale (flap) questo viene ribaltato ed a questo punto entra i azione il laser ad eccimeri che elimina il difetto refrattivo dopo aver inserito i dati su un terminale collegato al dispositivo che contiene il laser stesso.

Quindi si riposiziona accuratamente il flap coprendo la cornea precedentemente scoperchiata per effettuare il trattamento.

Durante il trattamento si usa anestesia topica e non si avverte dolore.

Indicazioni

Miopie fino a 10 diottrie se lo spessore corneale lo consente.

Ipermetropie fino a 6 diottrie così come per l’astigmatismo sempre se lo spessore corneale è idoneo.

Post-operatorio

In genere la stabilizzazione visiva avviene generalmente in 24/48 ore anche se molti pazienti già a poca distanza dall’intervento si accorgono di vedere bene. Inizialmente si possono avere bruciore, dolenzia oculare, fotofobia e lacrimazione che tendono a sparire in pochi giorni.

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In questa tecnica di microchirurgia non si utilizza il laser ad accimeri, ma solo il laser a fempto-secondi.

Non occorre creare il flap perchè il fempto-laser agisce dentro lo stroma corneale creando un lenticolo pari al difetto da eliminare, ma solo nel caso di miopia con astigmatismo lieve; negli altri difetti refrattivi questa tecnica non è al momento utilizzabile.

Oltre ad agire sullo stroma corneale il fempto laser forma una piccola incisione, solitamente 3mm, attraverso cui il chirurgo con un apposito strumento, scolla il lenticolo intra-stomale formato dal laser e poi con una pinza asporta lo stesso che esce dalla fessura come fosse una sorta di lente a contatto morbida.

Questa tecnica è straordinaria per la scarsa invasività e per la capacità che ha di permettere  alla cornea di tornare in brevissimo tempo nelle condizioni iniziali; senza il rischio di dislocazioni del flap che pur se limitatamente possono verificarsi nell’Eye-Lasik.

PRK

Questa tecnica fino a 15 anni fa veniva utilizzata negli USA per la correzione dei difetti refrattivi in più del 50% dei casi. Oggi questa microchirurgia si untilizza per non più del 20/25% dei casi; ciò pur non avendo assolutamento perduto la sua capacità correttiva.

Il minor utilizzo è legato non al risultato finale, che è simile rispetto a quello ottenuto con le altre tecniche, ma è dovuto al fatto che con la PRK per alcuni giorni il paziente lamenta una certa dolenzia e fotofobia essendo il laser ad eccimeri utilizzato dopo asportato l’epitelio corneale; ciò rende la tecnica non indolore. Anche se in questo caso l’asportazione dell’epitelio non è paragonabile al taglio della cornea che si utilizza nelle tecniche Lasik e Eye-Lasik.

La procedura si esegue in anestesia topica quindi risulta assolutamente indolore; dopo l’intervento si mette una lente a contatto terapeutica ad alta idratazione che permane fino alla riepitelizzazione corneale che di solito richiede circa 1 settimana.

Post-operatorio

Dopo qualche ora dall’intervento può comparire dolore conseguenza della ferita indotta rimuovendo l’epitelio corneale; questo dolore viene ben controllato, oltre che con farmaci antidolorifici, utilizzando un’opportuna reidratazione dell’occhio operato con colliri antibiotici e con lacrime artificiali tenute in fresco. Specialmente le lacrime artificiali vengono somministrate a intervalli di tempo brevi.

E’ consigliabile, per i primi 3 giorni in ambienti con poca luce; dopo 3/4 giorni i fastidi diminuiscono bruscamente; nel 95% dei pazienti si raggiunge il risultato desiderato, ma molto dipende dalla cicatrizzazione della ferita. Se questa si chiude troppo rapidamente è facile che ritorni una parte di miopia; l’esperienza insegna che l’utilizzo di corticosteroidi tende a rallentare una precoce cicatrizzazione.

I pazienti vanno esaminati ogni 3/4 giorni nelle prime 2 settimane dopo l’intervento.

Complicanze

Infezioni

Si possono manifestare specie nella tecnica PRK per l’utilizzo di lenti a contatto; in realtà, dopo migliaia di interventi, posso dire che spesso dipendono dalla sconsideratezza del paziente che non assume come da indicazioni i farmaci prescritti; o che ha atteggiamenti scarsamente igienici tipo toccarsi gli occhi con mani non pulite, vivere con animali domestici. Ricordo ad esempio un caso di un paziente che al primo giorno dopo l’intervento fece un bagno in piscina causando si un’infezione parassitaria da entamoeba histolytica; un protozoo che vive nella acque stagnanti o in piscine.

In conclusione quindi, per la buona riuscita dell’intervento occorre seguire la terapia, fare maggior attenzione alle condizioni igieniche e consultare spesso il medico specialista.

Aloni Notturni

Si verificano solitamete in pazienti che hanno di base un diametro pupillare notevole (6/7mm rispetto a 2/3mm della normalità). In questi rari casi può essere utile la somministrazione di pilocartina collirio all’1/2% per mesi allo scopo di potenziare il muscolo sfintere dell’iride.

Opacità corneali

Un tempo molto più frequenti a causa del calore del laser, oggi ridotti per il minor calore indotto; per l’utilizzo di liquidi freddi e per i trattamenti particolarmente lunghi (come nel caso di elevate miopie) di una sosta a metà intervento con liquidi stessi.

 

 


03/Mag/2017

Dopo quasi 20 anni di esperienza sul tarattamento della miopia con laser ad eccimeri, vorrei trarre alcune considerazioni confrontando i risultati ottenuti con la metodica PRK e Lasik (con femptolaser e microcheratomo). La mia conclusione, dopo oltre 3000 interventi, è che il risultato finale sia il medesimo anche se oggi è "di moda" utilizzare la metodica Lasik con femtolaser per il fatto che i pazienti non avvertono dolore e riprendono prontamente un ottimo visus. Il fatto di avere un pronto recupero e di non avvertire dolore non deve però portare a considerazioni troppo affrettate; il flap (cioè lo spertellino corneale creato nella Lasik con il femtolaser) pone problemi che spesso i pazienti non considerano, sottovalutando che i loro occhi siano stati sottoposti ad un vero intervento di chirurgia oculare.



Dr. Carmine Ciccarini

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