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23/Mag/2017

Il glaucome neovascolare è una forma severa di glaucoma dovuto spesso ad ischemie retiniche

Il glaucoma neovascolare si presenta come una forma severa di glaucoma in cui si forma tessuto fibrovascolare nella zona dell’angolo irido-corneale con ostruzione al deflusso naturale dell’umor acqueo.

La prima causa della patologia oculare è l’ischemia retinica, specie dopo trombosi venosa retinica.

Cause meno frequenti sono la retinopatia diabetica e il morbo di Eales ; tutte malattie retiniche che causano crescita di neo-vasi dovuti alla liberazione del fattore di crescita endoteliale (VEGF).

In questa forma di glaucoma il paziente è cieco o al massimo intravede percezioni di luce, si associa a dolenzia oculare a volte particolarmente intensa che raramente recede ai comuni anti-dolorifici. Un tempo, alcuni decenni fa, gli oculisti asportavano l’occhio affetto.

Oggi con adeguate terapie, pur in presenza di un occhi cieco, si tende a preservare l’occhio malato.

Nell’immagine si evidenzia un occhio affetto da glaucoma neovascolare. Si osservino i vasi che decorrono sull’iride vascolarizzandolo, l’atrofia iridea che ad ore 3 presenta una dialisi. La pupilla appare deformata e decentrata con spinta posteriore di una cataratta intumescente che restringe l’angolo irido corneale. Praticamente non c’è spazio tra cornea ed iride.

 

Terapia

Le terapie per la cura di simili casi di glaucoma sono multiple e si estendono da un uso massivo della fotocoagulazione argon-laser per tutta la periferia retinica ad iniezioni per via intra vitreale ed in camera anteriore di farmaci anti-VEGF.

Talvolta, per abbassare la pressione intra oculare che rimane elevata nonostante questi trattamenti, si può ricorrete all’uso di speciali valvole; dopo aver creato un flap (sportellino) sclerale che permette il deflusso dell’umor acqueo essendo il trabecolato (la struttura portante per il deflusso dell’acqueo) di fatto completamente inutilizzabile.

Nei casi ancora più ostinati, si ricorre alla vitrectomia che, rimuovendo il gel vitreale, determina una riduzione all’induzione verso la proliferazione di fattori neovascolari.



Dr. Carmine Ciccarini

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