Attendere prego...



Blog

Pubblicazioni

10/Ott/2017

Recenti studi clinici hanno messo in relazione l’utilizzo di levodopa e l’insorgere di degenerazione maculare legata all’età; ciò getta le basi per una sorta di trattamento sperimentale che ritardi l’esordio della malattia in pazienti geneticamente predisposti.

Attualmente nelle maculapatie specie di tipo umido si usano per la terapia anticorpi monoclonali, anti VEGF per via intraoculare.

Questo trattamento, per quanto efficace ha un costo sociale non trascurabile; basti pensare che negli USA il costo ha superato i 2 miliardi di dollari solo nel 2010. I ricercatori pertanto stanno studiando terapie alternative e fra queste l’uso di Levodopa che si lega ad un recettore sull’epitelio pigmentato retinico, un supporto tissutale per la retina neurosensoriale.

I pazienti a cui è prescritta (per altre patologie indviduali) la levodopa si rivelano meno esposti allo sviluppo della degenerazione maculare legata all’età e, anche in coloro che dovessero svilupparla, l’uso della stessa molecola ritarda significamente l’esordio della malattia.

Inoltre la levodopa, anche nei soggetti affetti da parkinson che la assumessero, può prevenire e ritardare la comparsa della maculopatia.

Questi dati sono espressione di uno studio clinico eseguito negli Stati Uniti su un campione di olre 40.000 pazienti suddivisi in gruppi di rilevazione.

Nel  primo gruppo, non trattato con levodopa, l’esordio della patologia di degenerazione maculare senile, nei soggetti predisposti, si è manifestato mediamente intorno a 71,4 anni di età.

Nel secondo gruppo, trattato con levodopa per altre patologia (es. Parkinson), la degenerazione maculare nei soggetti affetti ha un esordio significativamente più ritardato; in media intorno a 79,3 anni di età.

Conclusioni

L’evidenza sperimentale mostra come la molecola L-dopa, unitamente ad un numero elevato del recettore GPR143, ha un’azione protettiva nel cellule ganglionari amacrine; l’ effetto è quello di ritardare la neovascolarizzazione tipica della degenerazione maculare umida fino quasi ad impedirla.

Questi risultati, tra l’altro possono anche suggerire le cause delle differenze razziali legate alla frequenza della maculapatia; nei soggetti che hanno più recettori per la levodopa quindi epitelio retinico pigmentato, si ha una maggior protezione alla neovascolarizzazione.

Ricordiamo inoltre che la levodopa, prodotta a livello retinico si trasforma nella retina in dopamina; questo neurotrasmettitore permette la “comunicazione” tra le cellule ganglionari, che sono le cellule fondamentali per la visione andando poii a costruire le fibre del nervo ottico.

 

approfondimento; Tratto da: “Murrey H. Brillant and others – Mining Retrospective Data for Virtual Prospective Drug Repurposing: L-DOPA and Age-related Macular Degeneration” ; The American Journal of Medicine – 2016

16/Giu/2017

Il pucker maculare o membrana epiretinica o maculopatia a cellophane è una patologia che provoca distorsione delle immagini, riduzione visiva e può determinare la comparsa di foro retinico maculare per effetti di trazione.

Il pucker maculare è molto spesso associato alla degenerazione maculare senile sia nella forma secca che umida. Attualmente la miglior terapia per il dissolvimento del packer (membrana epiretinica) è l’ocriplasmina (commercialmente conosciuta come JETREA) principio attivo simile alla plasmina umana che è un enzima presente nell’occhio capace di rompere le proteine che farebbero aderire il vitreo alla retina.

Efficacia

L’efficacia di questo farmaco sembra documentata specialmente da studi anglosassoni; essi dimostrano che nel 40.6% dei casi si avrebbe una chiusura del fro maculare purchè questo non superi il diametro di 400 micron.

Per effettuare il trattamento si esegue un’inezione intravitreale a 3,5/4 mm dal limbus evitando il meridiano orizzontale; cercando di immettere il farmaco inclinando l’ago verso il polo posteriore. La dose da utilizzare è di 0.125 mg di principio attivo anche se la confezione in vendita contiene 0,5mg/0.2 ml che pertanto saranno diluiti con soluzione sterile di fisiologica in dose opportuna.

E’ consigliabile prima dell’intervento prescrivere acetazolamide la sera precedente al tramento e la mattina almeno 3h prima del trattamento; ciò punta ad evitere problemi di ipertensione endo-oculare. Se è necessario si può ricorrere a paracentesi. (procedura che consiste nell’eseguire un microtaglio della cornea al limbus per permette una evaquazione verso l’esterno di umor acqueo che abbassa la pressione oculare).

Dopo  il trattamento l’oculista prescrive antibiotici per via generale e topica e controllare la pressione oculare con colliri idonei. Il farmaco agisce dopo settimane; dopo un mese la membrana viene lisata (“mangiata”) e i risultati positivi che si ottengono possono contribuire a migliorare il visus di un paio di decimi oltre a prevenire ulteriori trazioni maculari che porterebbero ad un calo progressivo della vista.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati che si possono osservare dopo l’utilizzo di jetrea per la cura del pucker sono; comparsa di mosche volanti, dolenzia oculare e comparsa di lampi di luce (fotopsie) per fluidificazione del vitreo.

Talvolta, come in tutte le iniezioni intravitreali può manifestarsi un’endoftalmite (infiammazione del vitreo) di natura batterica o infiammatoria dovuta alla sostanza iniettata. Altro effetto collaterale è costituito da emorragia retinica o vitreale o lacerazione retinica; ciò è frequente in tutte le iniezioni intravitreali.

In rari casi si può avere una riduzione visiva; ciò fino ad una cecità transitoria reversibile solitamente in qualche giorno o al massimo un paio di settimane.



Dr. Carmine Ciccarini

STUDIO DI PERUGIA:
Centro Diagnostico Laser Via M. Magnini 18
Tel. 075 5007094 – Tel. 339 2248541

STUDIO DI CHIUSI (In provincia di Siena):
Piazza XXVI Giugno 1944 N.4
Piano secondo
Tel. 339 2248541

P. Iva : 02169660541
carmineciccarini@gmail.com

Privacy Policy - Cookie Policy

Pagine Sì Spa

Carmine Ciccarini – MioDottore.it