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Ipotonia o ipotensione oculare: di cosa si tratta?

20 Gennaio 2025 by carmineciccarini

La pressione intraoculare è tipicamente definita come uguale o inferiore a 18 mmHg. L’ipotonia oculare, cioè la riduzione della pressione intraoculare, è una condizione che può verificarsi dopo vitrectomia, cataratta, interventi anti-glaucomatosi o per cicliti, ovvero infiammazioni del corpo ciliare; il basso livello pressorio infatti indica un eccessivo drenaggio o perdite di liquidi dal bulbo oculare.

Premessa

La pressione oculare, nota anche come pressione intraoculare, è indipendente da quella sanguigna si riferisce alla forza esercitata dai fluidi all’interno dell’occhio contro le sue pareti, nello specifico l’umor acqueo e l’umor vitreo, che svolgono un ruolo importante nel mantenere la forma e la stabilità dell’occhio, oltre a fornire sostanze nutritive alle sue diverse parti. Affinché l’occhio assolva alle sue funzioni visive correttamente, cioè affinché il bulbo oculare non si deformi, la pressione intraoculare dovrà avere un valore compreso fra 10 e 20 mmHg

La misurazione della pressione oculare è di particolare importanza, perché il suo valore può fornire informazioni essenziali sulla salute degli occhi e sul funzionamento del sistema visivo.

La pressione dell’occhio può anche variare sporadicamente, influenzata da altri fattori quali lo stress fisico, consumo di alcool, caffèfarmaci particolari o variazione della frequenza cardiaca, traumi, infiammazioni, se la pressione subisce una variazione considerevole e continua, cu troviamo di fronte ad una patologia.

Sintomi dell’ipotonia oculare

Il paziente affetto da ipotonia oculare si presenta di solito alla visita oculistica alcuni giorni dopo aver subito un intervento di microchirurgia oculare, lamentando una riduzione visiva, specie al mattino, con tendenza a migliorare nelle ore serali. Dopo interventi anti-glaucomatosi, per esempio, l’ipotonia oculare si presenta con pressione oculare inferiore ai 6/7mmhg e, talvolta, il tono oculare può scendere a livelli tanto bassi da non essere misurabile.

Ad un esame più approfondito, sulla cornea sono presenti pieghe corneali sottili che possono coinvolgere anche la coroide, fino ad arrivare ad un distacco della stessa.

In caso di grave ipotonia, possono verificarsi lesioni del nervo ottico fino al grado estremo rappresentato dall’ipertrofia ottica, si tratta della condizione causata dall’incapacità del corpo ciliare di produrre umor acqueo che insorge però a distanza di mesi senza che la patologia sia stata correttamente diagnosticata.

Diagnosi

Importante, per lo specialista, è osservare la profondità della camera anteriore: se questa è profonda, non vi è fuoriuscita di umor acqueo dal taglio chirurgico.

Occorre, inoltre, controllare in midriasi (con dilatazione della pupilla) che non vi sia distacco di coroide e/o di retina, escludendo anche la presenza di una uveite (infiammazione) post chirurgica; da valutare, infine, una possibile congestione del nervo ottico.

Trattamento

Per la cura dell’ipotonia oculare solitamente si associano corticosteroidi, che limitano la risposta infiammatoria, riducendo la facilità del deflusso di umor acqueo. Tale deflusso avviene attraverso il trabecolato, struttura che funge da filtro attraverso cui l’umore acqueo deve passare per entrare nel sistema di drenaggio.

Per rialzare prontamente la pressione oculare, può essere utile eseguire un’iniezione di cortisone sottocongiuntivale che, attraverso un rilascio prolungato, fornisce risultati soddisfacenti. Ai cortisonici si può associare l’ibopamina in collirio che dilatando la pupilla agisce “meccanicamente” sulla regolazione della pressione dell’occhio, la dilatazione pupillare infatti ostacola il riassorbimento dell’umor acqueo innalzando la pressione.

Solitamente, il quadro si conclude positivamente in 2/8 settimane.

Nei casi più ostinati, fra le possibilità terapeutiche, si possono utilizzare farmaci anti-VEGF, che rialzano il tono oculare avendo un effetto neuroprotettivo; un altro effetto terapeutico di questi farmaci consiste nell’ evitare sanguinamenti da neovascolarizzazione ed avere un effetto curativo in caso di distacchi di coroide.

 

APPROFONDIAMO

Come si misura la pressione oculare: la tonometria

La misurazione della pressione oculare è un procedimento semplice e indolore, comunemente eseguito durante una visita oculistica di routine. Esistono diverse tecniche utilizzate per misurare la pressione oculare, ma la più comune è la tonometria, e nello specifico la tonometria a contatto o ad applanazione.

 

Prima di iniziare la misurazione, il medico può applicare una goccia di collirio anestetico sulla superficie dell’occhio, per aiutare a prevenire fastidi o irritazioni durante la procedura. Successivamente, il paziente viene posizionato di fronte al tonometro, con il mento e la fronte poggiati su un supporto, per stabilizzare la testa e l’occhio durante la misurazione.

Tramite un tonometro, uno strumento a forma di piccola pistola o penna, dotato di una punta piatta o leggermente concava, che entra in contatto con la cornea, lo specialista effettua la misurazione: il tonometro applica una lieve pressione sulla cornea per misurare la resistenza del fluido intraoculare, che viene convertita in una scala di pressione in millimetri di mercurio (mmHg).

Misurazione

La pressione oculare viene generalmente misurata su entrambi gli occhi e i dati potrebbero variare leggermente tra loro; il medico terrà conto di eventuali differenze significative.

Esistono altre due tecniche di esecuzione della procedura di misurazione, con esse è possibile misurare la pressione in modo non invasivo e senza contatto diretto con l’occhio:

  • Tonometria a rimbalzo: il tonometro a rimbalzo è un dispositivo portatile che utilizza un principio di misurazione basato sul rimbalzo di un piccolo oggetto sulla superficie dell’occhio. Quando il tonometro viene posto vicino all’occhio, una sonda viene proiettata verso la cornea. Questa sonda tocca delicatamente la cornea, rimbalza indietro e la velocità del rimbalzo viene misurata per calcolare la pressione intraoculare. Questa metodologia non richiede l’uso di anestetici.
  • Tonometria a soffio: il tonometro a soffio è un dispositivo che utilizza un getto d’aria per misurare la pressione oculare. Quando il paziente si posiziona di fronte al tonometro, il dispositivo invia un rapido getto d’aria verso la superficie dell’occhio e misura la forza del rimbalzo dell’occhio causato dall’aria per determinare la pressione intraoculare. Il tonometro a soffio è sicuro e non richiede alcun contatto con l’occhio, quindi è molto ben tollerato dai pazienti e particolarmente utile in casi in cui potrebbe essere difficile effettuare una misurazione diretta.

Entrambi i tonometri possono fornire misurazioni accurate della pressione oculare, ma è importante notare che i risultati possono variare leggermente rispetto alle misure ottenute con la tonometria ad applanazione, che è considerata la tecnica standard per la misurazione della pressione oculare.

 



Dr. Carmine Ciccarini

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